La barba nei secoli

Curata , selvaggia, appena accennata, chilometrica, ispida o morbida che sia, la barba ha assunto nelle diverse epoche e in diversi luoghi, significati fondamentali per comprendere le diverse realtà socio-culturali. Moltissimi popoli hanno dato a questa mascolina caratteristica importanti valori. La barba, ad esempio, poteva essere segno distintivo per riconoscere personalità socialmente importanti in un determinato contesto abitato; oppure, relativamente ad una specifica zona, poteva suggerire una colpa o un vizio di cui si è macchiato colui che la porta.

Iniziamo questo percorso temporale con il popolo degli Assiri: per loro il culto della barba aveva assunto nel tempo grandissima importanza, attribuendo alle lunghe barbe il significato di potenza e al comando. Gli Assiri portavano barbe lunghissime ma molto curate; durante le occasioni importanti della loro vita civile e religiosa, esse venivano cosparse di olii profumati e spesso venivano anche decorate con polveri di argento e oro.

 

Secondo la moda degli Egiziani invece, le barbe erano solite essere portate appuntite, intrecciate e senza baffi. Alla barba erano attribuiti i significati di potere, religiosità e regalità.

 

Per gli Ebrei lasciarsi crescere la barba era (ed è) un antichissimo precetto religioso , con l’obbligo osservato dai sacerdoti di non arrotondarla né spuntarla: «Non vi taglierete in tondo i capelli ai lati del capo, né deturperai ai lati la tua barba. Non vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi farete segni di tatuaggio. Io sono il Signore» (Levitico 19, 27-28). Essi hanno dunque la barba lunga e i capelli corti sulla nuca, con dei lunghi boccoli al lato del viso (chiamati Payot): è scritto infatti di non tagliarsi «l’angolo della barba».

 

Fin dall’età preislamica, gli islamici portano la barba  piena, ed esattamente così la portano ancora oggi i beduini, i quali  la radono solo sotto il mento. Nella Sunna musulmana (insieme di costumi ispirati al presunto esempio di Maometto) è prescritta la barba accorciata fino alla lunghezza di una spanna e sfoltita, ma non rasa, sulle guance; i baffi devono essere spuntati e resi più corti sopra il labbro. Gli intellettuali solevano accrescere la propria imponenza col portare la barba lunga e prolissa.

 

Giungiamo alle civiltà classiche : i Greci e Romani. Sull’esempio di grandi personalità politiche  ateniesi, nel periodo classico la barba era ben accettata e considerata come elemento di maschia virtù, bellezza e virilità. L’Olimpo greco è costellato di divinità antropomorfi dotate di barbe; la barba, priorità dell’uomo, è segno della sua virilità e del potere che utilizza per sottomettere il nemico e la propria donna, facendola completamente sua.

Con il condottiero Alessandro Magno si ha un cambio di tendenza: egli, infatti, consapevole del fatto che una barba troppo lunga potesse essere di impedimento in battaglia, obbligò tutti i propri soldati alla rasatura quotidiana. I vantaggi furono molti: in questo modo il condottiero mitigò l’attacco di pulci e pidocchi che potevano dimorare in lunghe, calde e umide barbe e fece in modo che, nel momento dello scontro, il nemico non potesse usare la barba del soldato greco come appiglio per non farlo scappare e trafiggerlo con più facilità con la spada. I Romani, sempre per motivi  di utilità militari ,mantennero la stessa linea di condotta igienica.

 

Nel Medioevo la barba  viene usata per segnalare  le differenti fazioni religiose. Se in oriente gli islamici la portano in quanto si narra che Maometto fosse barbuto, in occidente diventa caratteristica degli Ortodossi; i Cattolici, invece, si sbarbano fino al sacco di Roma. È infatti proprio papa Clemente VII che, in segno di lutto, inaugura una nuova serie di pontefici barbuti dopo che Roma è profanata dalle truppe lanzichenecche.

 

Il secolo di massima fioritura della moda della barba è sicuramente l’800. Gli strumenti per radersi non sono più scomodi e pericolosi come in passato: l’avanzamento tecnico del settore, la grande diffusione di cosmetici per il trattamento delle barbe e la diminuzione dei costi di tali prodotti, rilancia la moda della barba lunga, facendole però assumere forme stravaganti e molto elaborate; Basette lunghissime e baffi arricciati all’insù: sono questi i tratti che più di tutti contraddistinguono la moda maschile ottocentesca. Se durante il giorno barba e baffi venivano trattati con creme e unguenti appositamente creati , di notte, per garantire un taglio sempre impeccabile, era il momento del piegabaffi.

 Fra la fine dell’800 e gli inizi del 900, anche grazie all’invenzione del rasoio di sicurezza, tutti potevano permettersi di rinunciare a pieghe sofisticate in favore di un volto liscio e ordinato ottenuto grazie ad una rasatura quotidiana, ormai sempre più richiesta sul posto di lavoro.