Storia dello smalto pt. 2 – LO SMALTO NEGLI ANNI ’90
All’interno di questo nuovo articolo vi illustreremo le tappe principali della storia dello smalto dal 1900 ad oggi:
Nel 1911 nacque un noto marchio fondato da Northan Warren che racchiudeva una serie di prodotti per le unghie, fra cui un dispositivo per la rimozione delle cuticole.
Warren, inoltre, mise a punto un nuovo modo di fare la manicure, mettendo in commercio una formula di smalto liquido. Il prodotto venduto nei primi anni ’20 consisteva in una bottiglietta tappata e sigillata con il pennello a parte.
Man mano che passarono gli anni, le caratteristiche dello smalto furono ben definite.
Questo doveva essere: facile da applicare, resistente alle abrasioni, impermeabile, in grado di asciugarsi velocemente, avere un colore uniforme che non macchiasse, avere un odore gradevole ed infine avere una buona stabilità nella bottiglia (tutti concetti che valgono ancora oggi e che tutte ricerchiamo in uno smalto).
Negli anni ’20 nasce la manicure, come la si conosce oggi, grazie a Michelle Menard che utilizzava smalti rosa e rossi con il fine di riprodurre i colori delle vernici fiammanti delle automobili sulle unghie delle donne. Sempre in questi anni, si impone la moda della moon manicure, con la quale l’unghia viene colorata con i nuovi smalti, lasciando una piccola mezzaluna alla sua base. In sostanza quella che oggi chiamiamo French Manicure Inversa in realtà risale agli anni ’20.
Il primo smalto moderno fu commercializzato nel 1932.
Gli anni trenta infatti, furono anni di grandi cambiamenti; il ritorno alla grande eleganza fu emblematico nonché sottolineato dalla più grande depressione di tutti i tempi. La nascita del Technicolor, strumento per la cinematografia a colori(1922) e l’invenzione dello smalto erano l’unico escamotage per sfuggire a tempi così grigi (entrambi ebbero vitale importanza per l’industria cosmetica)
Nel 1932 una nota azienda diede inizio ad una grande produzione di smalti opachi in crema, utilizzando i pigmenti invece dei coloranti.
La nuova idea era coordinare il colore del rossetto con quello dello smalto e si raccomandava di applicarlo sull’intera unghia, consentendo anche la copertura dei difetti delle unghie.
Inoltre gli smalti dovevano essere diversi per ogni stagione, così da portare lo smalto a diventare un accessorio di moda!
Nel 1934 Maxwell Lappe (dentista) creò le unghie finte per le persone che avevano unghie corte e poco curate, e nel 1937 fu depositato il primo brevetto per la tecnica di estensione delle unghie.
Negli anni ’40, grazie alla Technicolor, le aziende cosmetiche iniziarono a puntare molto sul marketing di massa. L’incredibile aumento delle vendite, dello smalto per unghie in particolare, in tempi così difficili, stimolò la creatività delle case produttrici che perfezionarono le formule e ampliarono le gamme dei colori.
Gli anni quaranta sono anni di sperimentazione del look, la ricerca costante di una via di mezzo tra il comfort e lo stile, rimanendo donne in qualsiasi circostanza.
Nel 1950 erano di gran moda gli abbinamenti di smalti con rossetti corrispondenti. Veniva preso spunto dalle star del cinema che utilizzavano colori accesi. Le attrici erano portatrici entusiaste di smalto. La Technicolor aveva sviluppato una tecnica per mostrare le scene dei film a colori per la prima volta dopo decenni in bianco e nero.
Da allora in poi la maggior parte dei film furono a colori e tutte le attrici cominciarono ad utilizzare smalti per le proprie unghie.
Mentre il make up si evolveva in formule e colori, lo smalto preferito della donna degli anni cinquanta rimaneva il rosso in tutte le sue tonalità.
L’ispirazione la trovavano sui mega schermi dei cinema e dei drive-in dove in quegli anni imperversavano icone di stile come Audrey Hepburn e Marylin Monroe (la quale era solita mangiarsi le unghie secondo la rivista “Vanity Fair”).
Nel 1960 presero piede le tonalità pallide e pastello rispetto ai rossi degli anni precedenti.
Mentre negli anni cinquanta lo smalto rosso era il simbolo della moderna donna di casa e della moglie ubbidiente, nella decade successiva le donne cominciavano ad evadere alle regole sociali. Gli anni ’60 sono il momento in cui nella moda i colori pastello la fanno da padrone; ispirate allo stile hippie, le unghie diventano sempre più corte e pratiche a riflettere lo spirito libero delle donne, che sfocerà poi nella Pop Art dai colori brillanti.
Nel 1970 fu la volta delle unghie finte inserite sotto le cuticole per farle sembrare il più naturale possibile. Negli anni 70 l’americano Jeff Pink, utilizzando l’acrilico, realizzerà una manicure con le punte dipinte di bianco; nasce così la french manicure che spopolerà per tutti gli anni ’80 quando, oltre al french, si vede l’utilizzo di lacche con tonalità neon, dal giallo luminoso al magenta. La colla utilizzata non era resistente all’acqua, infatti queste non permanevano a lungo. Nel 1978 furono introdotte le unghie acriliche e l’inventore fu un dentista (Fred Slack e l’invenzione risale al 1954).
Nel 1980 emersero colori brillanti come rossi audaci e fucsia. Venne introdotto il primo sistema in gel UV associato alla relativa lampada. In questi anni andava molto di moda la forma ovale e lunga delle unghie, molto amate da Cher, Donna Summer e Madonna.
Nel 1990 il rosso scuro e il nero divennero i colori di culto, ancora oggi molto ricercati. Inoltre ebbero successo unghie acriliche, nail art e numerosi colori.
Arriviamo al 2000 e ai suoi primi decenni in cui i prodotti per l’estensione delle unghie hanno subito miglioramenti, è cresciuto l’interesse per il settore delle unghie e lo smalto è diventato sempre più un accessorio di moda.Tra le icone e le dive del nuovo millennio sicuramente troviamo la star del burlesque Dita Von Teese, la quale punta su uno smalto rosso e manicure anni ’20.
Poi ci sono le star moderne come Rihanna, Beyoncé e Lana Del Rey che puntano da sempre su nail art e unghie perfette per la definizione del loro look.